martedì 25 novembre 2008 - Pubblicazione a cura di Roberto Cerasaro
Il Decreto Legislativo n. 231 del 2001 (di seguito anche “Decreto 231”) ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la responsabilità amministrativa degli enti (persone giuridiche, società e associazioni). Si tratta di una nuova forma di responsabilità di natura sostanzialmente penale, che prevede che, al compimento di specifici reati individuati dal Decreto 231, l’ente sia punibile unitamente alla persona fisica che ha realizzato il fatto.
Il D.Lgs. 231/01 – LA RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI
L’ente è ritenuto responsabile per reati commessi esclusivamente nel suo interesse o a suo vantaggio, qualora gli stessi siano posti in essere dalle seguenti categorie di persone:
- soggetti apicali;
- soggetti sottoposti all’altrui direzione o vigilanza.
La tipologia di reati che il Decreto 231 intende perseguire è la seguente:
Reati contro Soggetti Pubblici
Art. 24 - Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico.
Art. 24-bis - Delitti informatici e trattamento illecito di dati.
(Introdotto dall'art. 7, Legge 18 marzo 2008, n. 48)
Art. 25 - Concussione e corruzione
Art. 25-bis - Reato di Falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo (Introdotto dalla Legge n. 409 del 2001)
Art. 25-ter - Reati societari
(Introdotto dal D.Lgs. n. 61 del 2002 e modificato dalla Legge n. 262 del 2005)
Art. 25-quater - Reati commessi con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico
(Introdotti dalla Legge n. 7 del 2003)
Art. 25-quater 1 - Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili
(Introdotto dall'art. 8, Legge 9 gennaio 2006, n. 7)
Art. 25-quinquies - Reati commessi contro la personalità individuale
(Introdotto dalla Legge n. 228 del 2003 e modificato dalla Legge n. 38 del 2006)
Art. 25-sexies - Reati di “Market Abuse” informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato
(Introdotto dalla Legge n. 62 del 2005 e modificato dalla Legge n. 262 del 2005)
Art. 10 Legge 16 Marzo 2006, n°146 - Responsabilità Amministrativa degli Enti per i Reati Transnazionali
Art. 25 - septies - Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro
(Introdotto dall'art. 9, Legge 3 agosto 2007, n. 123 e successivamente sostituito dall'art. 300, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)
25-octies - Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
(Introdotto dall'art. 63, D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231)
Le sanzioni previste dal Decreto 231 possono essere:
- pecuniarie;
- interdittive;
- la confisca del prezzo o del profitto del reato;
- la pubblicazione della sentenza su un quotidiano a tiratura nazionale.
Secondo le disposizioni del Decreto 231, l’ente può sottrarsi all’imputazione di responsabilità amministrativa esclusivamente attraverso l’adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo e l’istituzione di un Organo di Vigilanza, deputato al controllo del funzionamento e dell'osservanza del modello, nonché al relativo aggiornamento.
Come mostra il grafico, un modello organizzativo allineato con il Decreto 231 si compone dei seguenti elementi:
- norme etiche;
- mappatura delle attività aziendali nel cui ambito possono essere commessi i reati;
- specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente;
- sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del modello organizzativo;
- diffusione del modello organizzativo nel contesto aziendale;
- Organismo di Vigilanza (OdV), cui spetta il compito di vigilare sull’effettiva applicazione del modello organizzativo e di curarne il relativo aggiornamento.
La portata dirompente della disposizione normativa è facilmente intuibile, in quanto tutte le società, operanti in qualsiasi settore, sono chiamate a dotarsi di modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del Decreto 231 al fine di prevenire il rischio di imputazioni dei reati individuati dal medesimo Decreto 231.
Infine, è opportuno evidenziare che le società che abbiano già adottato modelli organizzativi ai sensi del Decreto 231, dovranno procedere al relativo aggiornamento ed integrazione, attraverso l’adeguamento degli stessi alle esigenze espresse dalle nuove previsioni legislative.