Unione Degli Avvocati d'Italia

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Camera Penale di Trani.Proclamazione astensione dal 30 marzo 2009 al 3 aprile 2009 - Delibera Giunta del 17/03/2009
domenica 22 marzo 2009

Dalla Camera Penale di Trani riceviamo l'invito alla pubblicazione della delibera di astensione proclamata dalla Giunta dell'Unione Camere Penali Italiane.

GIUNTA DELL'UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE

Delibera del 17 marzo 2009

La Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane

premesso
-che l'UCPI, dopo le elezioni politiche della scorsa primavera, si è rivolta al mondo politico, di maggioranza e di opposizione, chiedendo che si desse finalmente corso nell'interesse di tutti i cittadini e non dell'avvocatura - ad una riforma organica della giustizia di carattere democratico e liberale, fondata su alcuni capisaldi: una modifica ordinamentale di carattere costituzionale basata sul principio della effettiva separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti; una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che riconducesse tale consesso all'originario ruolo attribuitogli dai costituenti, sottraendolo ai giochi di corrente e all'influenza del sindacato della magistratura; un intervento sull'azione penale che, senza sacrificare il principio della sua obbligatorietà, la disciplinasse tra l'altro in modo da non assoggettarla all'arbitrio delle Procure della Repubblica; una riforma organica del codice di procedura penale che, mantenendo inalterata e sviluppando la struttura accusatoria del codice, ponesse fine alla strategia degli interventi disorganici e parziali, spesso fondati su contingenze emotive dettate dalle cronache giudiziarie; una riforma dell'avvocatura che ne assicurasse qualificazione professionale, rigore deontologico, specializzazione;
- che l'UCPI, sin dal maggio 2008, ha elaborato un preciso articolato sulle riforme di ordinamento giudiziario, presentandolo alla politica e dal quale sono stati tratti diversi spunti che hanno animato il dibattito politico;
-che, di fronte a tali richieste, la maggioranza parlamentare ed il Governo, tramite esponenti di primo piano, si sono ripetutamente e pubblicamente espressi in favore delle aspettative per una riforma organica e liberale della giustizia, in particolare per quel che si riferisce agli assetti istituzionali della magistratura: dapprima, nel luglio scorso, nell'ambito di una manifestazione a Roma; poco dopo, nel corso di un incontro ufficiale dell'UCPI con il Presidente del Consiglio e con il Ministro della Giustizia; successivamente, nel corso del Congresso Ordinario di Parma dell'Unione delle Camere Penali Italiane; infine, ai primi del gennaio scorso a Milano, nell'ambito della Inaugurazione dell'Anno Giudiziario dei penalisti italiani, oltre che in innumerevoli altri interventi;
-che tuttavia gli impegni assunti con la pubblica opinione ed i cittadini italiani, salvo l'avvio della discussione parlamentare sulla riforma di ordinamento forense, sono stati via via 'differiti nel tempo', più o meno esplicitamente, fino al punto, oggi, da essere manifestamente accantonati nei fatti. Tanto che si fanno registrare segnali sempre più preoccupanti di abbandono di una reale volontà riformatrice;
-che analogo atteggiamento ancorato alla conservazione dell'esistente e privo di stimoli riformatori si rinviene anche negli orientamenti dell'opposizione parlamentare, ancora in larga parte prigioniera della cultura del 'partito dei giudici' e quasi completamente appiattita sulle posizioni conservatrici dell'Associazione Nazionale Magistrati;
-che recenti disegni di legge governativi che si propongono modifiche del codice di procedura penale, pur presentando qualche aspetto condivisibile, contengono anche numerose disposizioni discutibili, inutilmente modificative dell'assetto vigente, e in ogni caso e soprattutto, ancora una volta, praticano a pieno titolo la logica di interventi disorganici e frammentari, senza incidere sugli snodi fondamentali del processo penale; l'annunciata riforma del processo penale è così andata delusa;
-che, a fronte di tale inaccettabile passività sulle riforme ordinamentali e processuali, si è invece manifestato un frenetico attivismo parlamentare e legislativo sui temi della sicurezza, con interventi e proposte ripetutamente denunciati dall'Unione delle Camere Penali Italiane come assolutamente inutili, propagandistici, finanche dannosi e, per giunta, connotati da caratteri illiberali (interventi ancora una volta proposti, discussi o adottati ' salvo qualche apparente sfumatura- con il sostanziale consenso della opposizione e della stessa Associazione Nazionale Magistrati);
- che tali provvedimenti sono totalmente inefficaci al preteso fine di tutelare la sicurezza, ma sono innanzitutto pericolosi per gli elementi di irrazionalità e disuguaglianza che inseriscono nel sistema penale e processuale penale, allontanando questi ultimi dal sistema di valori costituzionale che ne costituisce l'indefettibile cornice. Per tutti vanno ricordati, fra l'altro, i provvedimenti, adottati o adottandi, che ampliano le ipotesi di cattura obbligatoria dei cittadini in attesa di giudizio in contrasto con la presunzione di innocenza; incentivano in modo incontrollato atteggiamenti delatori di categorie di imputati; aggravano inutilmente i regimi detentivi speciali, in spregio dei diritti civili degli individui e del diritto alla difesa, configurando gli avvocati come potenziali favoreggiatori dei loro assistiti; introducono ulteriori irragionevoli figure di reato e circostanze aggravanti, sanzionando inutilmente condotte di minore allarme; attentano al valore rieducativo della pena limitando ulteriormente i benefici penitenziari per determinate categorie di imputati; derogano alla determinatezza della sanzione ampliando a dismisura la sfera di applicazione di misure di prevenzione;
-che, sull'onda emotiva di fatti di cronaca assai gravi la politica, invece di governare il fenomeno, ha contribuito a innescare una deriva culturale di stampo autoritario, che ha concorso a creare nella cittadinanza sentimenti ed impulsi di giustizia sommaria, addirittura con l'introduzione delle cosiddette 'ronde'.

Tanto premesso, l'Unione delle Camere Penali Italiane

rileva

come la politica sembri avere abbandonato ogni ipotesi di riforma organica della giustizia, venendo tra l'altro meno a propri impegni e proclami, consegnando altresì alla inerzia totale ovvero a proposte propagandistiche e demagogiche le affermate istanze liberali che avrebbero dovuto guidare il proprio operato;

ricorda

che lo Stato forte non è quello che viene meno al rispetto dei valori costituzionali del processo penale, ma è lo stato di diritto, che applica severamente le regole esistenti e che garantisce la certezza della pena non con una condanna preventiva ed aprioristica, ma con un percorso processuale di ragionevole durata senza alcun sacrificio delle regole di accertamento dei fatti;

denuncia

alla pubblica opinione l'abbandono di ogni processo di cambiamento in un contesto in cui l'immobilismo riformatore è l'altra faccia della medaglia di un attivismo lesivo di principi liberali e valori costituzionali;

ribadisce

che l'avvocatura penale non può restare supina e senza reazione di fronte all'abbandono degli impegni pubblici di riforme democratico liberali, al manifestarsi di spinte oscurantiste nonché di un ritorno della politica alla subalternità della magistratura.

Per tali ragioni la Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane,
ribadendo la propria volontà di confronto e interlocuzione

proclama

l'astensione dalle udienze penali e dell'attività giudiziaria penale per i giorni dal 30 marzo 2009 al 3 aprile 2009 compresi, astensione che sarà convocata e si svolgerà nel pieno rispetto delle norme di legge in materia e delle altre disposizioni sulle astensioni forensi (ivi compresi i termini previsti e le comunicazioni agli Uffici Giudiziari e alle altre autorità);

convoca

l'Assemblea Nazionale dei penalisti italiani per il giorno 2 aprile 2009, alle ore 14,30 in Roma, presso il Residence di Ripetta, per confrontarsi con le forze politiche ed i cittadini;

impegna

le Camere Penali territoriali ad una mobilitazione nelle singole realtà per denunciare alla pubblica opinione tale grave situazione e per sostenere l'iniziativa di protesta;

si riserva

ogni ulteriore iniziativa, di protesta e proposta, contro l'inerzia riformatrice della maggioranza parlamentare e del Governo;

dispone

la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia ed a tutti i Ministri, ai Presidenti delle Camere, ai Presidenti e componenti della Commissioni Giustizia, ai Segretari di tutti i partiti politici.
Roma, 17 marzo 2009

La Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane

Il Presidente
Avv. Prof. Oreste Dominioni

 

    

Il Segretario
Avv. Ludovica Giorgi

Fonte: sito dell'Ordine degli Avvocati di Trani: http://www.ordineavvocatitrani.it